Tuesday, July 24, 2007
Monday, July 09, 2007
Generazione Walkman.
Ve la ricordate la musicassetta?
In pratica eliminata dal commercio.
Le case discografiche la ritirano dal mercato, ma nelle case, nelle nostre auto, negli armadi ed in molte cantine, cassetti, scatoloni, scaffali chilometri di nastro riposano aspettando di svolgersi un giorno o l'altro.
Ho l'immagine della penna bic infilata tra i fori dentellati del rettangolo plasticoso per far ruotare la bobina e riavvolgerla, quando il nastro si inceppava nel mangianastri (mai nome più appropriato) o terminava l'energia delle stilo.
L'immagine dello scotch tagliato a quadratini e incollato sui fori in alto per riciclare i contenuti superati o troppo ignobili da poter conservare.
Gli attacchi di scotch potevano coprire Cristina D'Avena, lo zecchino d'oro, le compilation in regalo con il Dash.
Una democrazia del nastro che il cd ha perso.
La musicassetta vive.
Ha una vita finita e per questo familiare e terrena.
Infatti muore.
Durante il suo percorso, le morti avvengono lentamente per vecchiaia quando il nastro si smagnetizza, per incidente quando invece la fascia magnetica inceppa in un imprevisto, si arrotola sulla testina del lettore, si attorciglia, si srotola senza apparente motivo... suicidio.
Ma la musicassetta finisce il suo tempo anche per morte violenta, cestinata ancora in vita, calpestata brutalmente nella piazzuola dell'Autogrill, o tra due guardrail.
A volte vivisezionata, nel tentativo quasi mai felice di riattaccare il nastro, scollato, alla bobina interna.
La musicassetta è dell'uomo comune, più forte e pratica del fragile, impegnativo, colto vinile; più debole e meno sofisticata dell'imperituro Compact Disc.
La musicassetta è dell'uomo che cammina con le cuffie, che non è isolato.
Il walkman suo fedele sarcofago in vita, prima o poi esaurisce la carica delle batterie, ma più importante permette di ascoltar la radio.
Apertura all'esterno.
Ascolto.
Fruscio. Clack.
Riuaind.
In pratica eliminata dal commercio.
Le case discografiche la ritirano dal mercato, ma nelle case, nelle nostre auto, negli armadi ed in molte cantine, cassetti, scatoloni, scaffali chilometri di nastro riposano aspettando di svolgersi un giorno o l'altro.
Ho l'immagine della penna bic infilata tra i fori dentellati del rettangolo plasticoso per far ruotare la bobina e riavvolgerla, quando il nastro si inceppava nel mangianastri (mai nome più appropriato) o terminava l'energia delle stilo.
L'immagine dello scotch tagliato a quadratini e incollato sui fori in alto per riciclare i contenuti superati o troppo ignobili da poter conservare.
Gli attacchi di scotch potevano coprire Cristina D'Avena, lo zecchino d'oro, le compilation in regalo con il Dash.
Una democrazia del nastro che il cd ha perso.
La musicassetta vive.
Ha una vita finita e per questo familiare e terrena.
Infatti muore.
Durante il suo percorso, le morti avvengono lentamente per vecchiaia quando il nastro si smagnetizza, per incidente quando invece la fascia magnetica inceppa in un imprevisto, si arrotola sulla testina del lettore, si attorciglia, si srotola senza apparente motivo... suicidio.
Ma la musicassetta finisce il suo tempo anche per morte violenta, cestinata ancora in vita, calpestata brutalmente nella piazzuola dell'Autogrill, o tra due guardrail.
A volte vivisezionata, nel tentativo quasi mai felice di riattaccare il nastro, scollato, alla bobina interna.
La musicassetta è dell'uomo comune, più forte e pratica del fragile, impegnativo, colto vinile; più debole e meno sofisticata dell'imperituro Compact Disc.
La musicassetta è dell'uomo che cammina con le cuffie, che non è isolato.
Il walkman suo fedele sarcofago in vita, prima o poi esaurisce la carica delle batterie, ma più importante permette di ascoltar la radio.
Apertura all'esterno.
Ascolto.
Fruscio. Clack.
Riuaind.