BOVISA 04.04.08
Alla fine il campo rom di via Bovisasca non c´è più: oltre 150 baracche distrutte e gli ultimi rimasti, una sessantina tra uomini, donne e bambini, allontanati da vigili, poliziotti e carabinieri, in tutto un centinaio. (...) Per il prefetto Gian Valerio Lombardi quello di via Bovisasca «non è stato uno sgombero vero e proprio, ma un´operazione graduale con una forte opera di sensibilizzazione della polizia per cercare di convincere nel tempo queste persone a lasciare un´area non salutare».
[da Repubblica.it - http://milano.repubblica.it/dettaglio/Raso-al-suolo-il-campo-rom-la-Curia:-Serve-piu-umanita/1440272]
Fino a qualche settimana fa, in Bovisa si vedevano girare donne, ragazzi, bambini con barilotti, bottiglie, bodoni in plastica prima vuoti, poi pieni d'acqua.
I recipienti erano trasportati a mano, su passeggini improvvisati, carrelli da supermercato, trainati da biciclette.
Il percorso era sempre lo stesso: dal campo al Blitz. Si perchè per accedere al negozio di modernariato è necessario percorrere una piccola stradina che porta ad un capannone industriale come tanti qua in Bovisa, la differenza è che sulla strada esiste un rubinetto, un innaffiatoio forse. Acqua.
Stesso tragitto, ma stavolta un po' più lungo, era quello dal campo al ponte ferroviario. Infatti proprio vicino al ponte ci sono un po' di alberelli, un po' secchi, un po' no. I rami però si tagliano facilmente.
Ecco dunque l'altra cosa importante: legno per il fuoco.
E' questa la popolazione che viveva al campo di via Bovisasca, per quello che vedevo io.
Queste sono le immagini che ho più presenti.
Labels: Milano
2 Comments:
Ciao...
Bovisa anch'io, guardavo i Rom quando attraversavo a piedi il ponte della Ghisolfa, vivere attorno ai BInari, i panni stesi su corde improbabili..
mi chiedo come facciano...ma mi chiedo anche come facciamo a farcela noi, sempre a correre per incstrare tutto, per fare tutto, per arrivare presto ed avere un quarto d'ora libero..o il tempo di invizre un sms tra un semaforo e l'altro.. Non so
ciao!
spero ritornerai da queste parti...
grazie per il tuo commento,
non so come facciamo a farcela tutti...
so che la diversità comunque ci arricchisce
arrivederci.
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