Wednesday, June 04, 2008

Ecco Pennabilli! Giugno 2008.






Dopo 4 ore arriviamo a Pennabilli.
Obiettivo: incontrare un Penna e un Billi.
Per farli riannettere.
Niente penna. Niente Billi.
Niente birra. Niente Vino.
Niente Vodka. Niente alcolici.
Niente. Provvedimento da coprifuoco anti-super-giovane-rincoglionito-che-fa-danni.
Pennabilli si presenta di notte con un cascione alle verdure.
Ci aspettavamo di dover combattere con funamboli, trapezisti e mangiatori di fuoco ed invece la folla nottura è pacata e un po' ammollita dalla non-stop artistica durata tutto il giorno.
Ma piena di entusiasmo.
La nostra notte inizia con Pandora Pink. Una angloaustraliana fantastica, con annesso marito, figlio che riprendono e 11 scatole che non cadono. Geniale il suo "yuo're fantaBLOODYtastic". Adorabile.
Proseguiamo alla scoperta del paese.
Si sale. Si scende.
Si sale. Si scende.
Si risale. Si riscende.
Si scende ancora.
Ecco il tendone. Ci accoglie con del vino. Evviva il tendone.
Ci sono le proiezioni dei video degli artisti che guardi con il naso all'insù.
C'è un gruppo marchigiano che suona musica gitana. Evviva.
Si balla. Si balla. Si balla.
Unza Unza che con la "szeta" marchigiana è ancora più folk.
E' tardi e si crolla dal sonno.
E' il giorno dopo.
Pennabilli senza Penna e senza Billi, ma con una marea di giovani, giovanissimi, meno giovani, bimbi in carrozzine, capelli raccolti, dredlock, pantaloni dai colori improbabili, magliette puzzone, sandali, anellini, collanine, fermacapelli derivati da ogni materiale, canottiere, sciarpe. E trapezi, corde, strumenti, scarpe da clown, trombette, tappeti, acconciature brillanti.
Tutto è una festa.
Festa dei corpi atletici, della musica, del ridere e sorridere, della sopresa, della meraviglia, del buonumore, della fatica, dell'allenamento, dell'arte, della strada.
Tutto è fuori. Tornar dentro è riduttivo.

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